Può capitare che l'iserimento del braccetto nella macchina risulti un po' difficoltoso, che qualche volta si inceppi o che faccia i capricci ad agganciarsi... e quindi cosa si fa?
Si spinge di brutto.
Ma di brutto proprio, il risultato?
Questo:
Qulche tempo fa in un giro di acquisti compulsivi comprai diversi manici per diversi utensili di uso comune come la mazzetta, il martello, l'accetta e così via - perché? non si sa mai! e infatti...
Preso il manico, ho praticato un foro del giusto diametro (12mm) ed ho scalpellato le due scanalature con la sgorbia.
Dopo aver inserito il portafiltro nel nuovo manico in legno ed aver fatto le varie prove di tenuta, ho smontato nuovamente tutto e ho ripassato il pezzo con abbondante colla epossidica: ottima soluzione per giuntare legno e metallo.
Un'accorciatina la manico, che in partenza doveva essere per una mazzetta da mezzo chilo.
Una bella carteggiata sulla levigatrice da banco per sagomare meglio il fondo del manico; e dopo una veloce carteggiata con carta fine (400 circa) ecco il risultato:
Totale tempo impiegato per questo lavoro: 6 Minuti
lo scorso anno mi sono cimentato in una divertente attività con l'oscilloscopio, per il periodo natalizio avevo fatto un addobbo particolare che trovate QUI!
quest'anno avendo qualche difficoltà a riprodurre l'esperimento mi sono messo a studiare e sono andato un po' oltre, e ho fatto questo:
Il circuito è lo stesso del progetto analogo dello scorso anno
Per poter disegnare e scrivere sono necessari dei punti X Y, potete trovare questi punti da dare in pasto all'oscilloscopio tramite arduino utilizzando un semplice programma che trovate QUI!
Come programmare un Attiny 85 lo potete scoprire QUI
L'attino ha un pallino, quello è il pin numero 1, gli altri pin fino al numero 8 si contano in senso antiorario. Lo schema è così composto:
pin 4 gnd
pin 8 vcc
pin 6 spk
come speaker ho adoperato un comune piezo elettrico
l'alimentazione è a 3 Volt con una 2032
lo scketch che ho caricato sull'attiny è questo qui sotto,
(come sempre prima sparare il bootloade, se restituisce errore riprovare all'inifinito, l'attino è impostato a 8mega)
___________________________________________________________
const int Note_C = 239;
const int Note_CS = 225;
const int Note_D = 213;
const int Note_DS = 201;
const int Note_E = 190;
const int Note_F = 179;
const int Note_FS = 169;
const int Note_G = 159;
const int Note_GS = 150;
const int Note_A = 142;
const int Note_AS = 134;
const int Note_B = 127;
int Speaker = 1;
void setup()
{
pinMode(Speaker, OUTPUT);
}
void loop()
{
playTune();
delay(10000);
}
void TinyTone(unsigned char divisor, unsigned char octave, unsigned long duration)
{
// TCCR1 = 0x90 | (8-octave); // for 1MHz clock
TCCR1 = 0x90 | (11-octave); // for 8MHz clock
OCR1C = divisor-1; // set the OCR
delay(duration);
TCCR1 = 0x90; // stop the counter
}
Die levigatrici a tamburo, la prima ricavata mettendo in morsa un dremel, la seconda costruendo un tamburo da innestare sul trapano a colonna, la carta si può sostituire con un comodo sistema "a spina" in metallo.
La Spartamet -conosciuta anche come Saxonette o Hercules - è una bici con motore Sachs da 30cc, due tempi, 0,5Kw di aggressiva potenza, motore praticamente integrato con la ruota posteriore, in lega, da 26". Sotto il motore si vede bene il marmittino, e appena sopra, incastrato nel portapacchi, il serbatoio per la miscela da un paio di litri. Comando gas al manubrio del tipo classico a chiocciola, comando aria e spegnimento tramite leva sempre al manubrio, avviamento "a strappo" tipo tagliaerba con la grande comodità del decompressore automatico (che consente l'avviamento anche in movimento senza dislocarsi una spalla).
Consumi ridottissimi - circa 70Km/litro - per una velocità che si aggira intorno ai 30 Km/h.
La coppia non è spaventosa, ma per quello ci sono i pedali, come d'altra parte in tutti i moped.
Cosa sia un Moped esattamente lo lascio scoprire a voi qui.
Contro qualunque etica del "vado in bici così faccio un po' di moto e non inquino" ho preso questo mezzo da portare con me nei vari viaggi in camper. Molto comodo per brevi e medi spostamenti, senza doversi trascinare dietro tutto, come faccio al solito con la bici tradizionale ma con molta più autonomia e capacità di carico. A differenza delle pedalata assistita non necessita di ricarica alla presa 220V (non sempre disponibile nei miei viaggi, soprattutto in quelli brevi del fine settimana) e soprattutto gode di un'autonomia infinita.
Qualche dato tecnico dal sito ufficiale Spartamet.
Il motore è un concentrato di tecnologia, più concentrato che tecnologia però. Composto solo dal minimo indispensabile per il suo funzionamento è realizzato con due sole fusioni di alluminio.
In una trova posto cilindro/testa/albero/frizione/ingranaggi demoltiplicatori/parte del carter pompa.
L'altra è soltanto un coperchio.
Motore montato, a sinistra il cilindro in alluminio con in testa oltre che la candela il dispositivo del decompressore. Nella parte centrale all'altezza del marchio si trova la puleggia per l'avviamento "a strappo"la cui corda inguainata si vede andare verso l'alto sotto la sella. Da destra si trova il coperchio del filtro dell'aria ed il carburatore. Nella parte alta, al centro dei raggi il sistema di demoltiplica.
Nelle foto qui sotto, scattate durante un intervento di controllo e manutenzione di questi ultimi giorni, riporto le fasi dello smontaggio e lo spaccato del motore :
Motore già smontato e montato sul banco
Rimuovo la ruota dal motore
per non dimenticare l'ordine dei vari dadi e rondelle...
Rimosso il coperchio scatola del filtro dell'aria e il filtro dell'aria (che purtroppo ancora non ho)
Rimozione della centralina, la foto serve a ricordare l'ordine dei cavi.
Questo è il cavo che dalla centralina (rosso) arriva al carburatore (blu) altro non è che un interruttore normalmente chiuso che viene aperto quando, dal comando a leva sul manubrio, decidiamo di spegnere il motore disattivando la centralina e quindi la relativa scintilla alla candela.
Sistema frenante con ganasce e tamburo, su entrambe le ruote, da smontare nel posteriore integrato nel motore
Fondo del motore lato carburatore (dove si intravede la finestra del pacco lamellare appena rimosso)
questo è tutto l'impianto elettrico del mezzo. sul volano c'è il magnete, sopra in azzurro la bobina AT e -credo- il pick up che comanda l'accensione.
questo il sistema di ingranaggi per la demopltiplica. Nella parte destra si vede il fondo del sistema biella/manovella (il cilindro è orientato verso il basso in questa foto) con albero a gomito in basso e sistema frizione centrifuga in alto. Il moto dall'albero motore passa ad una ampia vite senza fine, in cima all'albero nell'immagine, che trasmette a sua volta la rotazione al grande ingranaggio con denti elicoidali in alto a sinistra. Questo ingranaggio con un sistema del tipo a "Giunto di sopravanzo" è direttamente collegato alla ruota.
Questo è il pignone con la frizione di tipo centrifugo affrancata direttamente all'albero.
Bene, dopo aver smontato tutto, verificato cosa facesse quel rumore di lavastovglie col piatto messo male, ho rimontato tutto e in questo filmato si sente l'aggressivo ruggito del teutonico propulsore.
Pubblico altri tre filmatini che rendono meglio l'idea dell'insieme
Per muovere un servomotore ci vuole una libreria apposta per Attiny, la Softwareservo.h,
per la programmazione dell'Attiny vi rimando qui.
Lo schema qui sotto:
POV: Persistence of Vision
è quel fenomeno per cui, se vi sventolate una mano davanti alla faccia, vedete un sacco di dita...
lo state facendo adesso vero?
sfruttando questo fenomeno possiamo per esempio riprodurre dei caratteri grafici componendoli "una colonna alla volta" e spostandoci poi di un'altra colonna...
Chi fa questa cosa? Questo arnese qui:
Da sinistra: le batterie (3V sono sufficienti) l'interruttore, l'attiny 85 e i 5 led collegati.
che post di merda che sto scrivendo.
La scritta "Ciao belli!" manca la lettera C, c'era un piccolo bug risolto...
Questo è lo schema, sotto aggiungo il codice. ciao, arrangiatevi.