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giovedì 26 marzo 2015

poi mi sono ricordato che esattamente un anno fa costruivo un Controller Makey Makey per Acid Bunny, il coniglietto tutto drogato che vomita in giro



Adoperando un makeymakey ho progettato per i colleghi un controlller per videogame molto elaborato;
Adoperando come si vede dal filmato uno sgabello Ikea con due pulsanti bticino avvitati male sotto comando gli spostamenti destra/sinistra del coniglio drogato,  il tubo di alluminio che reggo nella mano sinistra serve, picchiandolo verso l'alto, a far saltare il coniglio per evitare le siringhe tossiche, ovviamente la lampada da scrivania lancia le carote.
Cos'è un makeymakey? nient'altro che un arduino Leonardo leggermente pimpato, lo colleghi al pc e toccando con le mani i contatti invii tramite seriale dei comandi semplici al pc (tipo i tasti "asdf" "space bar" oppure le freccette o i comandi mouse).
Niente, fine del post. Fate come volete.

Centesimo post.

Prendo i lavori che faccio e li metto in un contenitore, un po' come un album fotografico che ogni tanto si ha il piacere di sfogliare...

Questa era l'idea iniziale, poi è diventato un quaderno di appunti in cui segno soprattuto per me le cose che ho fatto e come le ho fatte, "roba che magari serve anche a qualcun altro". Il linguaggio adoperato generalmente è semplice e gli argomenti sono alla portata di tutti, poi se leggendo gli altri post non avete capito molto allora sono cazzi vostri.
Beh l'idea funziona, in tre o quattro anni ho accumulato un centinaio di lavori degni di nota. 
Ci sono dei post antecedenti il 2011, ma solo perché li ho collocati all'incirca nel periodo storico in cui le cose descritte accadevano; i primi anni poi non pubblicavo nulla di inerente al lavoro, quindi banditi elettronica, arduino etc... ultimamente invece, come si vede negli ultimi post merdosi, ho aggiunto anche questo. Nel frattanto poi l'officina meccanica a casa si è trasformata in falegnameria, i lavori di elettronica in soggiorno sono tassativamente vietati (già mi rompo le palle per bene al lavoro...) poi è nato il MerdLab dove si fanno le cose così così il che dovrebbe essere già di per se un indizio. 
Circa 20.000 sono i visitatori che son venuti a curiosare le cose fatte male, tu sei tra questi, fatti delle domande.

mercoledì 18 marzo 2015

Occhiali per monitor "ciechi", polarizzatori e gente che si diverte con poco.

Il monitor LCD del vostro computer funziona più o meno così
C'è una illuminazione omogenea sul fondo, questa luce viene polarizzata (da un POLARIZZATORE) per passare poi attraverso i cristalli liquidi ed infine in un polarizzatore opposto al primo. I cristalli liquidi non fanno altro che variare la polarizzazione del fascio luminoso in relazione alla quantità di tensione applicata. Posso quindi decidere che un pixel sia più o meno luminoso in base a quanto "inclino" il cristallo liquido che gli sta davanti. Ora è facile intuire che così abbiamo costruito un bel sistema a scala di grigi. E per fare i colori? Semplice, si aggiungono dei pixel con un filtro colorato RGB e per ognuno di questi filtri regolo l'intensità luminosa miscelandoli e componendo i vari colori.



Di seguito un filmato in cui due persone adulte si divertono davvero con poco


Ok, e sticazzi? Come funziona il monitor "Cieco"?
A quasto vecchio monitor ho fatto una piccola modifica, l'ho smontato tutto ed ho rimosso l'ultimo filtro polarizzatore. così il fascio luminoso passa sempre tutto attraverso lo schermo, risultato? Schermo tutto bianco. Ma se adesso, alla fine di questo processo incompleto, aggiungo un polarizzatore per esempio di un paio di occhiali da sole cosa accade? Accade che per magia le immagini compaiono nuovamente e perfettamente nitide!



venerdì 6 marzo 2015

Storia di un armadio #1

Come mi è venuto in mente di costruire un intero armadio di due metri? Mi serviva, e mi serviva su misura e senza il pannello posteriore e di materiali di qualità e semplice e robusto e niente, all'ikea non c'era un mobile così. Il costo del solo materiale fa spavento rispetto alla categoria di mobili svedesi di cui sopra, però alla fine ne è valsa la pena, o no? Mah...

Taglio a misura in squadra delle tavole impiegate

Fori per fissaggio delle viti dei ripiani

Svasatura fori


Dopo aver tagliato in misura il pannello in multistrato di faggio per il ripiano, monto una spalletta di abete massello, colla titebond e chiodi, tutto morsettato.

in questa immagine e in quella successiva "Presento" i profili decorativi dei pannelli laterali


Fisso il primo ripiano, colla per legno titebond, ed uno speciale morsetto (quello rosso) per tenere saldamente in squadra i due pezzi, Il ripiano oltre ad essere incollato sarà poi affrancato alle pareti laterali del mobile per mezzo di quattro viti.



Dopo ave montato tuti i pannelli del ripiano proseguo con il fissaggio dell'altra parete del mobile, aggiungo poi il pannello superiore, anche in questo caso colla e viti.


I profili sul perimetro delle pareti laterali creano un tema di decorazione molto semplice e squadrato, inoltre coprono perfettamente le viti che, insieme alla colla, reggono i vari ripiani.

Questa è la prima mano di impregnante, si nota già la copeertura dei ripiani con la carta tipica con il decoro a gigli.


In questa immagine il mobile, ancora vuoto, già posizionato , con le ante montate


Qui un particolare delle decorazioni dei pannelli laterali e superiore, al centro si vede bene uno dei tre cardini metallici che reggono le ante.

La finitura è volutamente satinata, parto infatti da un impregnante non lucido, allo stesso scopo al termine del lavoro passo la cera d'api distribuendone una grossa quantità ma evitando di "tirarla" troppo per evitare di lucidare eccessivamente la superfice del materiale.



Nella seconda parte di questo lavoro costruirò una bella cassettiera, le dimensioni saranno esattamente quelle di uno qualsiasi dei tre ripiani più alti del mobile così da renderla "spostabile" a varie altezze oltre che da sinistra a destra. 
I cassetti e l'intero mobiletto manterranno la linea semplice del mobile, qui sotto in anteprima uno dei cassetti.

Recupero di una chitarra elettrica tipo Stratocaster, dagli anni novanta ai giorni nostri: gli anni '70

Nel maggio del 1993, prima di ricomporre la mia chitarra elettrica, pensai bene di lasciare un pezzo di "carta gommata" (come dicono gli anziani) con scritta su la data.
Quella chitarra era frutto di un continuo lavoro alla ricerca di suoni nuovi, particolari ma soprattutto forti. Tra le varie modifiche montai al ponte un bel humbucker DiMarzio Paf Pro, mascherina verde acido, su battipenna fucsia, su corpo giallo. Ecco appunto erano gli anni '90! Al ponte un altro humbucker Seymour Duncan. Centrale niente, un bel buco. Via i comandi Tone, via tutto il superfluo, inserivo una serie di switch per comandare gli splittabili. Per un periodo sempre sotto il battipenna alloggiai un piccolo amplificatore a batteria ,9V. , mi dava la possibilità di uscire preamplificato oppure di bucare le testate dell'epoca con un overdrive da paura, nel senso proprio di "paura" perché non era proprio eccellente. (nel filmato si vede ancora la traccia dello scasso sotto il battipenna). Insomma a quell'epoca non avevo ancora compiuto 15 anni ma di casini ne avevo già fatti un po'. Con la fantasia delle ultime settimane, col pensiero fisso da anni, decido di effettuare un bel recupero con ammodernamento ma in chiave Seventies. Monto tre singoli, quello al ponte cela un piccolo trucco: è un humbucker mini, sempre famiglia Seymour Duncan, due espansioni a lama, questo insomma. Niente Tone anche questa volta e solita selva di switch per gestire autonomamente tutti i pick-up e lo split del mini hum. Schermatura tutta nuova, molle nuove, presa jack nuova... insomma un bel "restauro". Dei quattro giorni di lavoro ho fatto un estratto che trovate in questo video al quale dannazione non riesco ancora a montare un audio... a volte il destino!